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Certificazione quadro elettrico: solo cartaccia e burocrazia?

Chi deve fare la DICO per un quadro e come deve essere fatta?

Esaminiamo alcuni casi.

Poniamo che il quadro sia assemblato dall’installatore che provvede anche ad installarlo. All’installatore compete la posa della targa sul quadro (con il suo nome, la matricola, l’anno di costruzione e la norma adottata; la siglatura del quadro elettrico non è obbligatoria per la certificazione, ma sempre consigliata); compilare la dichiarazione CE di conformità (che va posta sul quadro) che va anche allegata al fascicolo tecnico; compilare e consegnare al cliente la DICO che si riferisce anche ai componenti del quadro; fornire sempre al cliente la documentazione tecnica, la scheda sul quadro e le informazioni sull’uso e sulla manutenzione.

Tutte le precedenti indicazioni sono valide nel caso il quadrista sia anche colui che assembla e fornisce il quadro ad un impiantista.

E poi ci sono i controlli a vista (meccanici ed elettrici). Tutto ciò perché è necessario fornire una documentazione finale che specifichi proprio di aver effettuato tali verifiche che consentono di dichiarare la conformità del quadro (DICO secondo CEI EN 61439-2).

Certificazione quadro elettrico esistente: sotto la propria responsabilità

Ed è necessario dichiarare, sempre sotto la propria responsabilità, anche che sono state superate tutte le seguenti prove individuali relative alla costruzione e alla prestazione:

  • grado di Protezione degli involucri;
  • distanze di isolamento in aria e superficiali;
  • protezione contro la scossa elettrica ed integrità dei circuiti di protezione;
  • installazione dei componenti;
  • circuiti elettrici interni e collegamenti;
  • terminali per conduttori esterni;
  • funzionamento meccanico;
  • proprietà dielettriche;
  • cablaggio, prestazione di condizioni operative e funzionalità.

La CEI 23-51 indica i dati necessari alla certificazione del quadro:

  • sigla del prodotto (tipo e numero di serie);
  • tensione nominale;
  • corrente nominale;
  • conformità alle norme (indicando quali);
  • data di apposizione della marcatura.

Vanno indicati, ovviamente, anche la persona che firma la DICO, l’impresa di cui è titolare o legale rappresentante, gli indirizzi relativi, la partita IVA, l’iscrizione al registro delle imprese e all’Albo Provinciale delle imprese, l’esecutore del quadro e da chi è stato commissionato.

Certificazione quadro elettrico da cantiere e modificato: basta la DICO?

Per una certificazione quadro elettrico da cantiere e modificato (così come per qualsiasi quadro), però, non basta redarre la DICO. L’installatore infatti deve anche consegnare al committente tutta la documentazione necessaria affinché il quadro e i suoi componenti (interruttori, apparecchi di ventilazione, schede, ecc.) possano esser ben manutenuti. Sta al committente poi eseguire la manutenzione o incaricare il personale adatto allo scopo.

Esiste poi per i quadri per bassa tensione un certificato di collaudo secondo le prove previste dalla CEI EN 61439-2.

Dal punto di vista giuridico la figura del quadrista non è codificata; meglio però prendere le opportune precauzioni e realizzare il quadro, dal progetto alla Dichiarazione di Conformità, tenendo conto di quella che il CEI chiama regola d’arte”.

Modulo certificazione quadri elettrici: a regola d’arte

Tutto ciò perché il lavoro possa considerarsi eseguito a regola d’arte (ma per essere tale ci sono anche altri adempimenti che qui non trattiamo) e per dormire sonni tranquilli, così da ottenere il proprio modulo per la certificazione dei quadri elettrici.


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