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ATEX zona 2: le caratteristiche per i quadri elettrici

Le zone ATEX sono estremamente importanti per i quadri elettrici, e in particolare risulta di particolare interesse la zona ATEX 2. Ma prima di approfondire la zona 2, facciamo un breve ripasso e rivediamo insieme tutte le zone (se invece vuoi approfondire l’argomento, puoi leggere il nostro approfondimento zone ATEX: cosa sono e classificazione).

Siamo circondati da acronimi e da sigle. PNRR è uno degli ultimi arrivati e certamente non mancherà di coinvolgerci in futuro.

Ce ne sono altri che spesso sono usati e di cui non tutti conoscono il significato. ATEX, ad esempio, è un acronimo spesso usato dai professionisti dell’elettricità e che quindi ha anche a che fare con i quadri elettrici. Significa ATmosphere EXplosive e si riferisce alla Direttiva di prodotto 2014/34/UE che riguarda gli apparecchi che devono lavorare in atmosfera potenzialmente esplosiva. Come escludere i quadri? Certo che no!

Bisogna infatti che i quadri siano installati in modo tale che, nei luoghi dove possono esserci rischi di esplosioni o tali da avere dispersioni di gas, polveri o vapori che possono causare incendi, la sicurezza sia massima.

Atex zona 2 e le altre classificazioni

La Direttiva ATEX si occupa della certificazione delle apparecchiature (e i quadri evidentemente rientrano nel tema) che devono operare in questi luoghi, definendo i loro requisiti di sicurezza e le caratteristiche degli operatori economici e dei loro obblighi.

A questo proposito la Direttiva ATEX offre una classificazione delle zone in base alla durata della presenza di atmosfere esplosive.

Semplificando, ecco una breve descrizione delle varie zone.

La Zona 0 è un’area in cui è presente permanentemente o per lunghi periodi o spesso un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia.

La Zona 1 è un’area in cui durante le normali attività è probabile, occasionalmente, la formazione di un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia.

La Zona 2 è un’area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia e, qualora ciò si verifichi, sia solo di breve durata.

La Zona 20 è un’area in cui è presente permanentemente o per lunghi periodi o spesso un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria.

La Zona 21 è un’area in cui occasionalmente durante le normali attività è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria.

La Zona 22 è un’area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora tale situazione si verifichi, sia unicamente di breve durata.

Quadri elettrici atex zona 2

La Direttiva ATEX prevede due gruppi di appartenenza: il Gruppo I, relativo alle miniere, e il Gruppo II, relativo agli apparecchi destinati ad altri luoghi. E prevede anche due categorie di apparecchi: la M1, che assicura un livello di protezione molto elevato, e la M2 che, pur assicurando un livello di protezione elevato, devono essere disalimentati in caso di presenza di atmosfera potenzialmente esplosiva.

Contestualmente, per il Gruppo II, sono classificate le categorie di apparecchi in base al livello di protezione offerto:

  • Categoria 1: apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un livello di protezione molto elevato;
  • Categoria 2: apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un livello di protezione elevato;
  • Categoria 3: apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un livello di protezione normale.

Atex zona 2: l’autocertificazione

La direttiva ATEX prevede che venga redatta una dichiarazione di conformità e naturalmente è necessario che i prodotti conformi abbiano la marcatura CE.

Siglatura ATEX

La siglatura ATEX (una stringa di caratteri non certo corta) permette di capire le caratteristiche dell’apparecchio e prevede che, dopo la sigla Ex, siano presenti molti dati: la categoria (I o II), il modo di protezione, il simbolo del gruppo di gas o di polveri che possono generare l’atmosfera esplosiva, la classe di temperatura superficiale, e il livello di protezione dell’apparecchio (EPL)

Soffermandoci sui modi di protezione i codici in lettera che si possono usare sono 12 (d, e, i, m, n, o, op, p, q s, r, h). Ad esempio la lettera ”d” contraddistingue  gli involucri a prova di esplosione, la ”t” la tenuta alla polvere la “o” immersione in olio così via.

Poi viene riportato il simbolo del gruppo di gas o polveri che possono generate l’atmosfera esplosiva nel luogo in cui viene installato l’apparecchio (IIA. IIB, IIC, IIIA, IIIB), ad esempio la sigla IIA indica acetone, alcol etilico, ammoniaca, benzina, gas naturale, solventi)

La massima temperatura ufficiale è chiarita con i numeri dall’1 al 6, ad esempio 1 significa che la massima temperatura superficiale è di 450 °C.

La posizione del quadro

Ora bisogna vedere dove si deve posizionare il quadro (la zona) e utilizzare un quadro che sia consono alle esigenze della zona (Categoria). In caso, ad esempio, che il quadro sia installato in una Zona 2, non basta la marcatura CE secondo la Direttiva Macchine, ma è necessaria la marcatura secondo la Direttiva ATEX.

Un buon lavoro a norma quindi prevede, anzi obbliga, la marcatura ATEX, che indica anche di esplicitare nome e indirizzo del costruttore, codice del prodotto e numero identificativo del lotto.


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