Quadro elettrico civile a cosa serve
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Quadro elettrico civile: a cosa serve

C’è sempre, piccolo o grande, semplice o complesso
Non c’è abitazione o edificio del terziario che non lo preveda.

Si tratta del quadro elettrico civile (quadri per uso domestico e similare, come ad esempio i quadri elettrici per la termoregolazione civile). E la ragione è chiara. È qui che si indirizza la linea che proviene dal contatore ed è da qui che si dipartono tutte le diramazioni verso le utenze.

Il suo compito è garantire la gestione dell’impianto e la sua sicurezza, in maniera non troppo diversa ai quadri elettrici industriali.
E quindi in esso troviamo dislocati magnetotermici e differenziali, nelle loro diverse accezioni.

È nel quadro elettrico che l’impianto dell’appartamento viene sezionato in più parti (come stabilito dalle Norme) in modo da garantire funzionalità, protezioni e sicurezza. E in modo da far comprendere facilmente e in breve tempo all’installatore che interviene in caso di guasto quale sia la causa del problema, consentendogli di intervenire subito.

Normativa quadro elettrico civile

Naturalmente la sua posa è sottoposta al rilascio di una Dichiarazione di Conformità (DICO) che attesti che il tutto sia stato effettuato secondo le Norme (per i quadri: CEI EN 61439).

A questo proposito è necessario citare la CEI 23-51 (Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare) che offre adempimenti semplificati per i quadri di potenza limitata, alimentati da sistemi monofase con corrente nominale non superiore a 32 A.

L’importante è che si tratti di quadri per distribuzione fissa, utilizzati a temperatura ambiente non superiore a 25 °C (che occasionalmente può arrivare a 35 °C), previsti con una tensione nominale inferiore o uguale a 440 V, con una corrente nominale in ingresso inferiore  a 125 A e con una corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione del quadro non superiore a 10 kA. In alternativa a quest’ultimo vincolo, il quadro deve essere protetto da un limitatore che limiti il valore di picco della corrente di cortocircuito a 15 kA.

Manca uno solo dei vincoli precedenti? Allora si deve usare la norma CEI EN 61439-1 e il quadro deve essere conforme ad essa.

Citiamo qui anche la CEI 61439-3 che precisa una sigla che deve essere conosciuta: DBO (Distribution Board Ordinary). L’acronimo indica che i quadri possono essere utilizzati da persone comuni (quindi banalmente i proprietari dell’appartamento) per le usuali operazioni di manovra.

Esempi di quadri elettrici civili: qualche (ovvio) consiglio

In commercio ci sono numerose soluzioni. Il quadro per applicazioni domestiche infatti può esser da incasso o da parete e può contenere un numero molto variabile di moduli, da 4 a 48 ad esempio. Conseguentemente i prezzi variano. Così come varia il design.

A questo proposito un’ipotesi di lavoro è offrire al cliente alcune opzioni, in modo da coinvolgerlo nella scelta, ed è opportuno facilitargli l’uso con targhette scritte in modo chiaro e poste sui dispositivi, in modo che non ci siano dubbi su quale zona o quale carico sia gestito da ogni singolo dispositivo.

Servirà anche all’installatore in caso di manutenzione o di guasto.


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