Dimensioni dei quadri elettrici
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Dimensioni dei quadri elettrici industriali: la forma è sostanza

Le dimensioni di un quadro dipendono da una serie di fattori che si possono individuare in sintesi nei seguenti: funzione che devono assolvere, condizioni in cui devono operare, configurazione fisica esterna e tipologia costruttiva.

Ciascuna di queste necessita di alcune precisazioni.

Dimensionamento quadri elettrici industriali: funzione da assolvere

I quadri, e conseguentemente le loro dimensioni, sono tra loro diversi, molto diversi, ad esempio pensiamo ai quadri principali di distribuzione (Power Center), ai quadri secondari di distribuzione, a quelli per manovra motori, ai quadri di comando, misura e protezione, ai quadri a bordo macchina e a quelli per cantiere.

Cambiano le dimensioni e cambiano molto le funzioni svolte, anche se non c’è una stretta relazione di proporzionalità tra la funzione e le dimensioni. Ad esempio, un quadro da cantiere non ha certo dimensioni standard: può contenere solo alcune prese oppure può esser un quadro di distribuzione, e ciò porta a volumi e forme diversi.

Dimensioni quadri elettrici industriali standard: condizioni ambientali e di installazione

Installare un quadro significa considerare se si tratta di un elemento per esterno o per esterno, e poi a che temperatura dovrà operare e ancora con che tasso di umidità e infine a che altitudine.

E poi, sempre secondo questa caratterizzazione possiamo dividere i quadri in fissi e mobili (non c’è bisogno di chiarire il concetto). In ogni caso forma e volume si modificano rispetto al tipo.

Quadro elettrico industriale: disegno, dimensioni e configurazione fisica esterna

Limitiamoci a dare quattro configurazioni tipo: ad armadio, a banco, a cassetta e a cassette multiple. Tutto ciò comporta accorgimenti che influiscono su forma e dimensioni, senza contare quindi il relativo affiancamento che produce armadi multipli.

I primi si riferiscono all’uso nel caso si abbia a che fare con apparecchi di comando e di distribuzione di elevate dimensioni.

I secondi li troviamo spesso nell’industria chimica, meccanica o siderurgica.

I terzi (e le dimensioni via via diminuiscono) sono usati spesso sempre nelle industrie sopracitate, ma riguardano una distribuzione a valle della precedente. E li troviamo spesso anche nelle applicazioni del terziario. I quadri a cassetta possono costituire, se assiemati tra loro, un’ulteriore tipologia di quadri.

Ognuno di essi esplica una funzione specifica, ma, naturalmente l’interconnessione tra le relative funzioni e tra i relativi cavi elettrici installati (che passano da una cassetta all’altra) ne fanno un quadro unitariamente necessario allo scopo per cui è previsto.

Dimensioni armadi per quadro elettrico aperto o chiuso

Un’ultima classificazione è suggerita dalla CEI EN 61439-1.

Se i pannelli interni sono protetti su ogni lato e consentono di giungere a un grado di protezione dai contatti diretti non inferiore a IPXXB il quadro può definirsi chiuso.

Quando le parti in tensione sono accessibili il quadro è definito aperto. Va da sé che tale configurazione è installabile solo in quei luoghi in cui l’accesso è consentito solo a personale addestrato.

Dimensionamento quadro elettrico: le forme di segregazione

A definire la “forma” del quadro (anche se si tratta di una caratteristica “interna”) interviene anche la forma di segregazione, ovvero la tipologia di suddivisione presente tra le varie parti interne del quadro.

Si va dalla forma 1 (senza alcuna segregazione) alla forma 4, che presenta la separazione delle sbarre dalle unità funzionali, la separazione delle unità funzionali tra loro e anche la separazione dei terminali tra loro.

Ma questa è un’altra storia.


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